Dal punto di vista sintomatologico, molte cefalee secondarie non sono distinguibili dalle primitive. Naturalmente, per decidere se una cefalea sia secondaria è necessario stabilire un rapporto di causa-effetto con una malattia definita e il criterio principale per definire tale rapporto è una stretta correlazione temporale. Le cefalee secondarie si possono suddividere in 5 gruppi principali:Cefalee associate a un trauma cranico: tutti i traumi cranici, anche se lievi, possono dare luogo a una cefalea; le sequele a lungo termine di un trauma cranico possono portare a una sindrome nota come sindrome dei traumatizzati cranici, che è molto frequente ed è caratterizzata da cefalea subcontinua, moderata, che recede durante il sonno, capogiri, difficoltà nell’impegno intellettuale, modesti disturbi dell’attenzione, insonnia, depressione del tono dell’umore.Cefalee associate a disturbi cerebrali vascolari: l’International Headache Society (IHS) considera 9 tipi di disturbi vascolari cerebrali causa di cefalea: (a) ischemia cerebrale acuta: la cefalea si ha più frequentemente nell’ischemia da trombosi dei grossi vasi arteriosi, è solitamente di intensità media e può essere di tipo pulsante o gravativo e sembra essere più frequente nei casi di ischemia nel territorio vertebro-basilare; (b) emorragia cerebrale: si manifesta nel 25-70% dei casi ed è legata alle dimensioni dell’emorragia essendo i piccoli versamenti non accompagnati da cefalea; (c) ematoma subdurale: è presente nel 60-80% dei casi ed è riferita omolateralmente; nell’ematoma epidurale rappresenta spesso un sintomo precoce e importante; (d) emorragia subaracnoidea: è sempre presente, improvvisa e violenta e solitamente in sede nucale; nei piccoli sanguinamenti può essere l’unico sintomo, acquistando una notevolissima importanza diagnostica; (e) malformazioni vascolari senza sanguinamento: la presenza di aneurismi o altre malformazioni vascolari, soprattutto se di notevole dimensione o in rapido accrescimento, può provocare cefalea; (f) arteriti: l’arterite più frequente è l’arterite a cellule giganti o arterite di Horton (vedi anche
Arteriti), la cui sintomatologia è caratterizzata da una spiccata dolorabilità delle arterie coinvolte dal processo infiammatorio e accessibili alla pressione; questa arterite deve essere sempre sospettata qualora una cefalea insistente si verifichi per la prima volta in una persona anziana. Inoltre, la terapia corticosteroidea ha un effetto spettacolare, con scomparsa della sintomatologia in 24 ore circa: ciò può rappresentare un discreto criterio diagnostico ex-adjuvantibus; (g) dolore dell’arteria carotide o vertebrale (vedi anche
Carotidodinia): diverse patologie possono interessare queste arterie ed entrambe possono presentare una dissezione spontanea della parete con dolore cefalico o cervicale ipsilaterale; un quadro peculiare è la carotidodinia idiopatica, caratterizzata da cefalea e dolore cervicale unilaterale che si irradia fino alla spalla; (h) trombosi venosa: nella trombosi dei seni durali si ha comparsa di cefalea solitamente diffusa che è spesso il primo sintomo; nell’ostruzione del seno cavernoso e della vena oftalmica superiore omolaterale a causa di un processo infiammatorio cronico si delinea la sindrome di Tolosa-Hunt, caratterizzata da dolore gravativo retro-orbitario e da paralisi dei nervi oculomotori e, talora, disturbi sensitivi della I e II branca trigeminale e da ipofunzione simpatica oculare; (i) ipertensione arteriosa: la cefalea in rapporto a ipertensione cronica si manifesta soprattutto nelle primissime ore della mattina, probabilmente in rapporto a picchi ipertensivi, e tende a migliorare con la posizione ortostatica; la cefalea si può manifestare per aumenti bruschi della pressione arteriosa e, in questo caso, è sufficiente che il rialzo sia pari soltanto al 25% del valore di base.Cefalee associate a patologie intracraniche di natura non vascolare: le principali patologie che possono determinare cefalea sono: (a) elevata pressione liquorale (vedi anche
Ipertensione endocranica): la cefalea si manifesta per lo più al risveglio, con un dolore gravativo o pulsante, diffuso, non continuo, la cui intensità varia con la posizione assunta dal paziente; è spesso accompagnata da vomito, che nei casi più gravi assume la caratteristica “a getto”; (b) ridotta pressione liquorale (vedi anche
Ipotensione endocranica): il meccanismo di produzione del dolore è in rapporto agli spostamenti e alle trazioni da perdita di liquor a livello delle strutture intracraniche con nocicettori; la causa più frequente è la rachicentesi; altra possibile causa è la fistola meningea: in questo caso la cefalea scompare rapidamente dopo il trattamento chirurgico della fistola; (c) cefalea da infezione intracranica: tutti i processi infettivi intracranici possono provocare cefalea sia per il processo infiammatorio che stimola i nocicettori, sia per l’aumentata pressione intracranica; (d) sarcoidosi intracranica: la cefalea si verifica in rapporto alla reazione infiammatoria granulomatosa meningea e, inizialmente, ha le caratteristiche della cefalea tensiva, salvo divenire più violenta e localizzata nel caso di più grave infiammazione meningea o di ostruzione delle vie liquorali; (e) cefalea associata a introduzione intratecale di sostanze varie; (f) cefalea da neoplasie intracraniche: a parte per l’ipertensione endocranica, le neoplasie possono determinare cefalea in relazione al loro volume, alla loro sede, alla velocità di crescita e all’interferenza con la circolazione liquorale; le localizzazioni più facilmente responsabili sono nella fossa posteriore e nella contiguità con le vie liquorali.Cefalee associate a uso o privazione di sostanze varie: i meccanismi responsabili non sono noti; è certo che molte sostanze implicate nella genesi della cefalea provocano dilatazione dei vasi cranici, fenomeno non sufficiente, peraltro, da solo a giustificare la comparsa di cefalea; è probabile che, in molti casi, siano implicate modificazioni del metabolismo delle amine vasoattive endogene, che hanno la proprietà di indurre o facilitare i fenomeni di infiammazione sterile della parete vasale; alcune sostanze possono indurre modesto edema cerebrale, fattore sufficiente per provocare la cefalea.Cefalee associate a infezioni extracraniche o a disturbi metabolici: generalmente il dolore è in relazione allo stato febbrile; nei processi infiammatori si ha la produzione di sostanze pirogene che agiscono sul sistema serotoninergico del troncoencefalo, responsabile di disturbi del sonno e cefalea. Anche gli effetti vasodilatatori di diverse alterazioni del metabolismo, come l’ipossia, l’ipoglicemia, l’ipercapnia, ecc., possono indurre cefalea.

Success message!
Warning message!
Error message!