Reazione affettiva a uno stimolo ambientale che insorge repentinamente e ha breve durata, ad esempio paura, rabbia, tristezza, gioia, accettazione, disgusto, attesa, sorpresa. Secondo Poli (1993): sentimenti psichici reattivi, di carattere acuto, di grado marcato, accompagnati da fenomeni somatici (ad es., paura, gioia). La risposta a uno stimolo esterno si verifica a livello fisiologico, viscerale, espressivo e psicologico. Secondo Aristotele si tratta di passioni che sono in relazione con l’apparato cognitivo modificabili con la persuasione. Per gli Stoici si tratta di giudizi irrazionali (desiderio, paura, gioia, dispiacere). Secondo Darwin (teoria innatistica) si tratta di residui di risposte funzionali al processo evolutivo. Secondo la filosofia moderna è da contrapporsi alla ragione: esclusione delle emozioni dalla morale (Kant). Per il positivismo si tratta di coscienza di eventi fisiologici. A livello fenomenologico si tratta di un sentimento ontologico che pone l’uomo di fronte alla totalità (Heidegger) o un tentativo di relazionarsi con il mondo dopo una destrutturazione (Sartre). In senso sociologico vi sono emozioni egoistiche (di affermazione di sé), altruistiche, superiori che oltrepassano l’Io-Tu per allargarsi al sociale o all’umano. A livello neurofisiologico la genesi delle emozioni si correla al sistema limbico-ipotalamico (Kandel-Schwartz): l’ipotalamo viene coinvolto nell’integrazione e nella coordinazione dell’espressione comportamentale degli stati emozionali. La stimolazione dell’ipotalamo laterale provoca le manifestazioni dell’ira, mentre la lesione di questa regione evoca docilità. Lesioni dell’ipotalamo mediale nell’animale danno facilmente risposte aggressive. Il lobo limbico filtra la risposta emozionale agli stimoli inviando segnali al lobo frontale. A questo livello avvengono il coordinamento di sentimenti, percezioni e pensieri e l’esperienza soggettiva dello stato affettivo. Secondo Dewey si tratta di funzioni psichiche che permettono di valutare l’ambiente per adeguarsi. Per la teoria gestaltica si tratta dell’effetto di buona o cattiva forma che l’ambiente assume agli occhi dell’individuo, non trattandosi di proiezioni dell’individuo, ma derivando da forme (Gestalten) secondo cui i dati esperienziali si organizzano nella nostra percezione. Per il comportamentismo di Watson si tratta di risposte periferiche a stimoli periferici, con 3 manifestazioni fondamentali: paura, collera, amore. In senso psicanalitico si tratta di affetti, ossia quanti di energia legati alle idee: l’azione affettiva in contrasto con l’azione razionale appare il residuo di condizioni mentali primitive. Secondo la teoria insiemistica di Matte Blanco, l’emozione è il prodotto di uno stimolo percepito come esterno, anche se in realtà proviene dall’interno. La teoria cognitivista ritiene che la risposta emozionale sia correlata alla valutazione cognitiva dell’informazione in ingresso, a sua volta legata al significato attribuito soggettivamente all’evento. Secondo Wundt e Kraepelin le emozioni sono attributi descrittivi di sensazioni articolate secondo 3 dimensioni bipolari: piacere-dispiacere; tensione-rilasciamento; eccitamento-distensione.