Agenti neuroattivi, sottoclasse della più ampia famiglia dei neuroregolatori, i quali modificano le comunicazioni interneuronali con meccanismi diversi dalla trasmissione sinaptica e quindi senza modificare il potenziale di membrana o la conduttanza ionica, ma influenzando la capacità del neurotrasmettitore a determinare tali modifiche. Tra i neuromodulatori ricordiamo l’adenosina, i glucocorticoidi, le oppiopeptine e le prostaglandine. I neuromodulatori “ormonali” modificano l’attività nervosa a grandi distanze dal sito in cui vengono liberati ed eventualmente a livello di diversi organi bersaglio. Possono derivare da neuroni, cellule gliali, vere cellule secretorie o altre fonti, con un’azione più prolungata rispetto ai neurotrasmettitori. A questo proposito, va detto che il concetto di “neurormone”, cioè di un vero e proprio secreto di cellule nervose ad attività ormonale, non è più verosimile. I neuromodulatori “sinaptici” modificano l’attività di un neurotrasmettitore in una singola sinapsi, interferendo con i suoi processi di ricezione, ricaptazione e metabolismo.