(ingl. psychodrama; ted. Psychodrama; fr. psychodrame)Tecnica psicoterapeutica ideata da J.L. Moreno negli anni Venti, ove la messa in atto dei propri vissuti da parte del paziente avviene in presenza di un terapeuta e di altri componenti il gruppo, come in una rappresentazione teatrale.Psicodramma classico. Secondo quanto disposto da Moreno, gli elementi fondanti tale tecnica prevedono la scena, dove viene agito lo psicodramma, il protagonista che rappresenta i propri vissuti, carichi affettivamente, ma con una certa rassicurante distanza dal terapeuta principale, che ha la responsabilità complessiva del trattamento e che dispone della collaborazione di altri psicodrammatisti, definiti Io ausiliari in quanto impersonano quegli esseri reali o fantasmatici di cui il paziente necessita per rappresentare le proprie esperienze psicologiche significative nella forma più completa, e in ultimo l’auditorio, che fa da cassa di risonanza al paziente, esternando le emozioni indotte dalla rappresentazione.Occorre sottolineare che, alla base dello psicodramma classico, oltre alla verbalizzazione e alla recitazione, vi sono le scene mimiche e motorie, in cui il contatto fisico e le manifestazioni corporee dei componenti il gruppo rivestono una fondamentale funzione catartica (vedi
Catarsi), come evidenziato dallo stesso Moreno.Psicodramma analitico. Lo psicodramma analitico, in origine strumento di terapia infantile, ha avuto una profonda diffusione in Francia negli anni Sessanta con E. Kestenberg, insieme a Lebovici e Diatkine, che l’hanno ritenuta la terapia d’elezione per gli adolescenti.In questo tipo di trattamento, rivolto ormai anche agli adulti, sembra esservi, rispetto allo psicodramma classico, un maggior numero di norme, volte a compiere una regolazione più ampia della condotta delle figure agenti. Le sedute hanno infatti cadenza e orari regolari e si svolgono nel setting analitico preposto, generalmente non dotato di materiale teatrale; gli analisti, di solito due e di sesso diverso, hanno il ruolo di oggetti transferali (vedi
Transfert) e devono perciò limitarsi a interpretare i conflitti emersi nel corso dello psicodramma, senza prenderne attivamente parte; agli attori spetta la funzione di identificazione, mentre la rappresentazione, da cui sono assenti il contatto fisico e la funzione catartica, è volta all’interpretazione del gioco e dello spazio psicodrammatici, che assumono rispettivamente il valore di gioco simbolico e spazio transferale, ove può realizzarsi la trasformazione delle strutture psichiche profonde.