Consiste nella puntura degli spazi subaracnoidei a livello lombare e rappresenta la metodica di elezione per il prelievo del liquido cerebrospinale . Viene eseguita su paziente posto in posizione seduta o preferibilmente in decubito laterale; possono essere punti gli spazi intervertebrali a partire da L3, poiché il cono midollare termina al margine di L2. Nei neonati e nella prima infanzia, in cui il cono termina sino a L4, si devono pungere spazi più distali. Le indicazioni sono diagnostiche (processi infettivi-infiammatori del sistema nervoso e delle meningi, patologie disimmuni, emorragie subaracnoidee, neoplasie con infiltrazione meningea) e terapeutiche con somministrazione di farmaci (antibiotici, citostatici, morfina). L’esame consente inoltre la misurazione della pressione liquorale (valori normali: 20-30(40) cm di H2O in posizione seduta, 8-20 cm di H2O in decubito laterale) e la valutazione della pervietà degli spazi subaracnoidei, che si attua mediante il rilievo delle variazioni della pressione liquorale indotte da manovre che aumentano la pressione intratoracica (colpo di tosse, manovra di Valsalva) e tramite la compressione manuale sulle vene giugulari (manovra di Queckenstedt) . L’esame è controindicato in presenza di infezioni locali in sede lombosacrale, piastrinopenia e terapia con anticoagulanti, blocco spinale documentato in RM e presenza di processo occupante spazio con segni di ipertensione endocranica. Tra le complicanze la cefalea post-puntoria è la più frequente (1 caso su 4) e viene ricondotta a una sindrome da ipotensione liquorale , algie vertebrali e radicoliti ed erniazione cerebrale.

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