L’apoptosi può rientrare nell’ampio capitolo della morte programmata, cioè di una
morte cellulare prestabilita su programmi molecolari, ma non si identifica con
questa per l’esistenza di altre modalità. Il termine fu coniato per indicare il
giacere delle foglie cadute dall’albero. È un processo per cui una cellula si vota
alla morte in circostanze ben controllate. Si associa a profonde modificazioni
cellulari e a frammentazione internucleosomale del DNA e termina con la formazione
di corpi apoptotici che poi vengono fagocitati. Regolatori di espressione a livello
genico sono svariati oncogeni o geni soppressori che regolano anche la
proliferazione cellulare: p 53, c.myc, bcl-2, C.jun, in associazione a fattori di
crescita. L’apoptosi, la crescita e la proliferazione cellulare hanno in comune
meccanismi che possono determinare il passaggio delle cellule dall’una all’altra
condizione. Durante lo sviluppo del sistema nervoso centrale, l’apoptosi interviene
come meccanismo regolatore del numero finale di cellule destinate alle varie
strutture e quindi come fattore di plasticità. Nei tumori cerebrali, come in altri
tumori, è il più importante fattore di perdita cellulare e quindi può essere vista
sia come un elemento di controllo della crescita, sia come un prodotto della
sregolazione della proliferazione cellulare; inoltre, altre patologie dove
l’intervento dell’apoptosi sembra fondamentale sono le malattie neurodegenerative
(sclerosi laterale amiotrofica, m. di Alzheimer, atassia teleangectasica), le
malattie da prioni, la malattia da ischemia, l’AIDS e altre ancora. Quindi,
considerando il coinvolgimento dell’apoptosi in diverse patologie, la manipolazione
della sua induzione rappresenta un’ottima prospettiva terapeutica, sulla quale
esistono attualmente numerose ricerche in corso.