Funzioni che permettono all’organismo di raccogliere, immagazzinare, analizzare e valutare le informazioni che provengono dall’ambiente per trasformarle e utilizzarle al fine di adattarsi al mondo circostante, modificando l’organismo stesso e l’ambiente nel quale agisce in funzione dei propri bisogni. Si comprendono sotto questa categoria, in genere, le attività percettive, rappresentative e l’intelligenza.Percezione . Funzione tramite la quale un qualsiasi stimolo di natura fisica viene vissuto come evento psichico. Con la percezione, stimoli esterni o interni al corpo, capaci di superare una determinata soglia di intensità, danno origine a impulsi sensitivi e sensoriali afferenti, le sensazioni, le quali provocano, a livello del SNC, modificazioni che il soggetto realizza con una presa di coscienza. L’atto percettivo presuppone, da parte del soggetto, un processo che coinvolge primariamente l’apprendimento, cioè la costituzione di un patrimonio di esperienze, registrate e integrate a livello della memoria: l’apprendimento permette di dare un significato alle nuove sensazioni. Oltre all’esperienza passata, si può comprendere come risulti fondamentale, nella percezione, l’impostazione soggettiva, cioè la connessione del percetto con le singole vicende esistenziali e con lo stato emotivo. Inoltre, la percezione non deve essere interpretata come un meccanismo psicologico passivo di registrazione degli stimoli, bensì come un processo dinamico che elabora gli stimoli stessi, strutturandoli in un’unità organizzata e specifica, che diviene qualcosa di più di una semplice somma degli elementi costitutivi.Rappresentazione. Elaborazione di immagini interne senza rapporto attuale con uno stimolo sensoriale. Tale funzione, come vedremo negli stadi dello sviluppo cognitivo, si acquisisce per gradi, passando da uno stadio nel quale il bambino riesce a pensare a una cosa per volta sino a poter rappresentare entità non percepibili grazie al consolidamento delle attività intellettive.Intelligenza . Processo o insieme di processi mentali specificamente umani, che comprende, fra gli altri, il ragionamento logico, la capacità di perseguire uno scopo anche a lunghissimo termine, la capacità di scelta dei mezzi adeguati al raggiungimento di tale scopo, la capacità di formulare giudizi e valutazioni di valore e la capacità di autocorrezione e autocritica.Gli stadi dello sviluppo cognitivo sono stati studiati da Piaget, che ne ha definiti 4:stadio percettivo motorio (0-18 mesi): il bambino comprende il mondo limitatamente alle azioni fisiche che egli esercita direttamente su di esso. Attraverso una serie di fasi, egli si muove dall’uso di semplici riflessi (succhiare, afferrare) a un insieme di schemi organizzati (comportamenti organizzati quali, ad esempio, lo spostamento di ostacoli);stadio preoperatorio (18 mesi-6 anni circa): il bambino non compie più solo semplici aggiustamenti percettivi e motori su oggetti ed eventi. È in grado ora usare simboli (immagini mentali, parole, gesti) per rappresentare oggetti ed eventi, usando questi simboli in modo via via più organizzato e logico;stadio delle operazioni concrete (7-11 anni circa): il bambino acquisisce alcune strutture logiche che gli permettono di compiere varie operazioni mentali, cioè azioni interiorizzate che possono essere reversibili;stadio delle operazioni formali (11-15 anni circa): le operazioni mentali non sono più limitate a oggetti concreti, ma possono essere applicate ad affermazioni puramente verbali o logiche, al possibile come al reale, al futuro come al presente. Il passaggio tra uno stadio e l’altro avviene, secondo Piaget, mediante una dialettica tra meccanismi di assimilazione, cioè l’incorporazione di un nuovo oggetto o idea in uno schema mentale di cui il soggetto dispone, e di accomodamento, ossia la tendenza a produrre nuovi schemi mentali per l’integrazione di nuovi dati esperienziali. Si parla di equilibrazione quando i processi di assimilazione e accomodamento hanno una dinamica tale per cui il soggetto, bambino o adulto, è soddisfatto delle proprie esperienze cognitive in quanto gli forniscono spiegazioni soddisfacenti e coerenti di ciò che avviene intorno a lui; viceversa, la problematizzazione avviene quando tale equilibrio viene rotto per contraddizioni tra i dati afferenti o per la complessità del problema stesso. Si entra così in una situazione di dissonanza cognitiva, che stimola l’acquisizione di nuove conoscenze e di nuovi modi per superare i problemi.

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