Consiste nell’incapacità di imparare a leggere o di capire ciò che si legge, che si manifesta in un bambino senza deficit visivi, uditivi o di intelligenza, con un’istruzione convenzionale adeguata e normalmente motivato all’apprendimento.Secondo l’approccio neurolinguistico, i soggetti presenterebbero disturbi delle capacità fonemiche con incapacità di rappresentare e di accedere al suono di una parola attraverso l’associazione di simboli grafici visivi con i suoni che rappresentano. Sarebbe, inoltre, presente un deficit di segmentazione fonemica con incapacità a spezzare la parola nei suoni che la compongono. Secondo l’approccio strumentale sarebbe presente un disturbo della percezione o della memoria visiva.I bambini dislessici presentano difficoltà a identificare le lettere con forme o suoni simili; inversione di lettere in una stessa sillaba o di sillabe in una stessa parola; difficoltà a decodificare suoni complessi. Per la valutazione del deficit sono impiegati test lessimetrici. Si distinguono una dislessia isolata e una dislessia associata a ritardo linguistico e a instabilità motoria con vari segni neurologici minori. La dislessia prevale nelle popolazioni dove il sistema di scrittura è foneticamente e linguisticamente più complesso. È 3 volte più frequente nei maschi e presenta una certa familiarità.Le ipotesi eziologiche prendono in considerazione:Una lesione emisferica sinistra precoce con trasferimento del controllo della lettura all’emisfero destro.Un deficit maturativo con alterazione della lateralizzazione dei centri del linguaggio (alta percentuale di mancini fra i dislessici).Alterazioni anatomiche: Galaburga et al. hanno descritto una minore differenza di sviluppo del planum temporale e alterazioni citoarchitettoniche del planum temporale sinistro con ectopie neuronali e aree di micropoligiria, suggerendo un rallentamento della migrazione normale dei neuroni verso la corteccia dell’emisfero sinistro. I programmi riabilitativi sono basati su intensi esercizi di lettura che fanno leva sul significato, sull’analisi e sulla decodificazione fonologica. Dal punto di vista farmacologico, può esser utile un trattamento con piracetam, 120-150 mg/die, per periodi prolungati.