(ingl. individuation; ted. Individuation; fr. individuation)Concetto chiave nella teoria dello sviluppo della personalità di C.G. Jung, inteso come processo attraverso cui l’individuo tenta di raggiungere la totalità delle funzioni e dei contenuti psichici, consci e inconsci, tramite la percezione cosciente della propria unica realtà psicologica. È l’individuazione che normalmente porta il soggetto all’unificazione della personalità: “Individuarsi significa diventare un essere singolo e, intendendo (…) per individualità la nostra più intima, ultima, incomparabile e singolare peculiarità, diventare se stessi, attuare il proprio Sé” (1928). È attraverso questa progressiva scoperta che procede dal conscio (vedi
Psicoanalisi) all’inconscio, dall’Io al Sé, che è possibile cogliere il senso e il fine della propria esistenza, le proprie potenzialità e limiti, oltre al valore di ciascuna terapia analitica volta alla ricognizione di Sé.L’individuazione è un processo spontaneo, autonomo, solitamente inconscio, potenzialmente presente in ogni individuo, ma in realtà appannaggio di pochi, che permette di diventare cosciente della propria unicità e, al contempo, di percepirsi come un semplice uomo o donna. La trasformazione che esso comporta può essere dovuta a una causa naturale, come la nascita o la morte, o essere facilitato da un procedimento tecnico, come il trattamento analitico, ove però il terapeuta non è che un compagno partecipe di questo percorso: l’analisi può solo creare un terreno fertile all’individuazione, che non può essere intesa come conseguenza di una tecnica corretta.Jung riteneva che l’individuazione assumesse un’importanza fondamentale soprattutto nella seconda metà della vita, quando le esperienze dell’età giovanile iniziano a richiedere un’elaborazione dei contenuti psichici, mentre la psicologia analitica attuale tende a considerare tale processo esteso lungo l’intero corso dell’esistenza umana. Un progresso nell’individuazione talvolta appare alla coscienza sotto forma di un’immagine archetipica del Sé (vedi
Archetipo) e si manifesta con maggior frequenza attraverso il mandala, il fanciullo divino e la quaternità.L’esito ideale di questo processo è un individuo integrato, capace di vedersi com’è in natura, non come vorrebbe essere, e di dispiegare tutto il potenziale latente della propria personalità. “L’identificazione non ha altro scopo che di liberare il Sé, per un lato da falsi involucri della Persona, per l’altro dal potere suggestivo delle immagini inconsce” (1928), attorno a cui gravita l’Io, che non è più decretato come l’elemento centrale della personalità.

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