Per overdose si intende abitualmente un’intossicazione acuta da eroina, più generalmente da oppiacei, ma comunque riguardante l’assunzione di qualunque farmaco a dosaggio ampiamente superiore a quello delle indicazioni terapeutiche. La complicanza principale dell’iperdosaggio da oppiacei è la depressione respiratoria; tuttavia, altri fattori possono aggravare in modo considerevole il quadro clinico (concomitanza di edema polmonare acuto, pneumopatia ab ingestis, turbe del ritmo cardiaco, potenziamento degli effetti tossici in caso di associazione con altri stupefacenti, reazione allergica alla droga o a una delle sostanze da “taglio”). La diagnosi viene posta in presenza di un quadro sintomatologico caratterizzato da turbe della coscienza, depressione respiratoria, tachicardia e miosi puntiforme, bradipnea, ipotermia. Nella maggior parte dei casi il quadro clinico è preceduto da inappetenza, nausea, vomito, ipotensione ortostatica, epigastralgia, sudorazione e prurito.Il decesso è dovuto, nella quasi totalità dei casi, a un grave edema cerebrale acuto, con insufficienza cardiovascolare. Talora si possono verificare crisi convulsive a tipo grande male e sindromi psicorganiche, in specie un delirium acuto, che si risolve rapidamente in pochi giorni.La terapia dell’overdose consiste fondamentalmente nella somministrazione di un antagonista dei narcotici quale il naloxone . Il dosaggio di una fiala per via endovenosa deve essere ripetuto ogni 2-4 minuti fino a 3 o più volte. La sua durata di azione è breve (20-45 minuti) e pertanto al termine dell’azione del naloxone possono ricomparire gli effetti degli oppiacei in circolo con rischio di una apnea secondaria. Si deve inoltre provvedere alla reidratazione del paziente con soluzioni saline glucosate e assicurare la pervietà delle vie aeree, la ventilazione polmonare e la funzionalità renale. Dal punto di vista della diagnosi differenziale, nel coma da oppiacei (spesso un coma vigile), la miosi pupillare può anche mancare ed è necessario controllare se il respiro tende ad arrestarsi (fino a 3-6 atti respiratori al minuto), se vi è pallore o cianosi, se vi è bava ematica alla bocca (segno di edema polmonare).

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