È un antipsicotico della classe delle difenibutilpiperidine.Presenta elevata attività antidopaminergica da pressoché esclusivo blocco dei recettori dopaminergici di tipo D2, con scarsa affinità per i D1 e modica affinità per i recettori serotoninergici di tipo 5HT2. Anche scarsa è l’attività adrenolitica e anticolinergica e pressoché nulla quella antistaminica.La pimozide dimostra un assorbimento lento, con picco plasmatico dopo 8 ore dalla somministrazione orale. Il metabolismo è epatico, senza metaboliti attivi, con un’emivita plasmatica protratta, di 50-60 ore circa.Le indicazioni della pimozide sono principalmente quelle della terapia antipsicotica di lunga durata, come mantenimento nei pazienti psicotici cronici e acuti, soprattutto in quelli che hanno dimostrato un’elevata collateralità, in cronico, da altri neurolettici. L’utilizzo in monoterapia della pimozide nella terapia di attacco nei soggetti psicotici o con disturbi comportamentali deve escludere gli individui con elevata agitazione psicomotoria, aggressività o stati ansiosi particolarmente gravi.La posologia è variabile, a seconda delle forme cliniche e della responsività individuale al farmaco: di norma, l’esordio prescrittivo è con 1-2 mg/die, aumentando di 2-4 mg alla settimana fino alla dose ottimale, che dovrebbe variare tra 2 e 8 mg/die.Con alte dosi o in caso di ipersensibilità del paziente, possono manifestarsi lieve effetti extrapiramidali come conseguenza del blocco dopaminergico a livello nigro-striatale. Raramente, si possono manifestare eruzioni cutanee, sedazione, sonnolenza o sintomi endocrinologici da blocco dopaminergico a livello tubero-infundibolare (quali iperprolattinemia, oligo-amenorrea, disturbi della libido, ecc.).Le controindicazioni, le cautele di utilizzo e le interazioni farmacologiche sono quelle dei neurolettici (vedi
Antipsicotici, farmaci).