(ingl. psychotherapy; ted. Psychoterapie)Con psicoterapia si intende qualsiasi intervento o sistema curativo basato sull’uso dei mezzi psichici, promosso da un terapeuta aderente a un determinato sistema teorico. Le psicoterapie sono state recentemente distinte in psicoterapie magico-religiose ed empirico-scientifiche: le prime sono correlate al credo, sia del terapista sia del paziente, alle forze e ai poteri soprannaturali. La seconda forma di psicoterapia nasce in epoca moderna in seno alle discipline mediche ed è condotta da professionisti della salute mentale quali gli psichiatri e gli psicologi. Si distinguono, in quest’ambito, due principali forme di psicoterapia: quelle a orientamento dinamico e quelle comportamentali. Queste ultime hanno come scopo principale la diminuzione dei sintomi manifesti che si ritengono correlati ad apprendimenti errati, mentre le terapie a orientamento dinamico sono centrate sulla comprensione del significato dei sintomi e sulle sottostanti dinamiche emozionali e conflitti che possono causare tali sintomi. Nella pratica terapeutica vengono utilizzati elementi di entrambe le forme di psicoterapia.Psicoterapie dinamiche. Numerose sono le forme di psicoterapia orientata dinamicamente. I fondamenti teorici della psicoterapia dinamica, comuni alle varie forme, possono essere così riassunti:il comportamento umano è principalmente determinato da fattori emozionali. L’insight e l’autocomprensione sono necessari per modificare e controllare il comportamento e le finalità ad esso sottese;la maggior parte dei vissuti emozionali umani non è normalmente accessibile all’introspezione e alla conoscenza, essendo profondamente radicati nell’inconscio;tutti i processi che rendono disponibile alla coscienza il vero significato dei conflitti emozionali e delle tensioni inconsce producono un più alto grado di consapevolezza, aumentano la stabilità e il controllo emozionale.Le psicoterapie dinamiche classiche consistono in colloqui che sostengono e guidano il soggetto nell’esplorazione dei processi mentali consci e inconsci, al fine di raggiungere una migliore conoscenza di se stesso, sostenendo una crescita personale e alleviando i sintomi. Il fattore terapeutico principale è costituito dalla relazione fra il paziente e il terapeuta, relazione a sua volta collegata sia alle capacità empatiche, di comprensione e sostegno dimostrate dal terapeuta, sia alle motivazioni e all’insight del paziente. La terapia più importante di tale orientamento è sicuramente la psicoterapia psicoanalitica (vedi
Psicoanalisi).Psicoterapie dinamiche individuali. Benché la psicoanalisi abbia avuto una grande importanza, nella pratica terapeutica la sua influenza iniziò significativamente a diminuire negli anni Settanta-Ottanta con l’introduzione di diverse forme di psicoterapia individuale breve. Tale tipo di terapia comporta una diminuzione nel numero di sedute e nella durata complessiva della psicoterapia, approssimativamente una seduta settimanale per un periodo che può variare dai 6 ai 18 mesi. Scopo del trattamento, come nella psicoanalisi, è migliorare l’insight del paziente, alleviare i sintomi e sostenere un funzionamento psichico equilibrato: tale terapia è diretta principalmente a soggetti con disturbi nevrotici in grado di valutare le proprie problematiche in termini psicologici. La tecnica di trattamento include l’utilizzo del transfert, le interpretazioni e l’analisi delle difese da parte del terapeuta, che può decidere di focalizzare l’attenzione su alcuni vissuti o problematiche a scapito di altre, evidenziando comportamenti disadattati.Psicoterapia focale breve. Tali terapie dinamiche sono caratterizzate da un numero limitato di sedute (da 5 a 15, in genere) nelle quali il terapeuta si propone, con il paziente, di identificare alcuni problemi sui quali verrà mantenuto il focus del trattamento. Tali problemi sono, in genere, la causa diretta del disagio del paziente: il terapeuta è più attivo e direttivo, soprattutto nel mantenere il focus centrato sui problemi evidenziati e sulla loro soluzione.Psicoterapie di gruppo. Molte sono le psicoterapie che possono essere condotte con gruppi di pazienti psichiatrici: benché esistano diverse forme di terapia di gruppo (gruppi per il training autogeno o altre terapie di rilassamento, gruppi di auto-aiuto, quali gli Alcolisti Anonimi), si considera psicoterapia di gruppo quella caratterizzata da un setting che comprende un numero di pazienti da 6 a 10, uno o due psicoterapeuti, sedute settimanali di 60-90 minuti per circa 18 mesi. Sovente il gruppo è chiuso, prestabilito e fisso per tutta la durata della terapia, anche se uno o più membri abbandonano il gruppo prima della fine del trattamento. In un gruppo aperto, i pazienti che hanno finito di frequentarlo, sia a causa di un drop-out sia per il miglioramento dei sintomi, vengono rimpiazzati da altri. La tipologia del paziente che può accedere a questa terapia è la stessa della terapia individuale: sono necessari la volontà di cambiamento e un certo grado di consapevolezza psicologica. È altresì necessario non considerare la terapia di gruppo meno efficace di quella individuale. Rispetto sia alle tecniche utilizzate sia alle teorie sottese, si distinguono diverse terapie dinamiche di gruppo: il modello dello psichiatra americano Irvin D. Yalom, tuttavia, costituisce un buon esempio di tale terapia. Il terapeuta, nell’ambito del gruppo, ha la funzione di incoraggiare continuamente i membri a indirizzare l’attenzione alle interazioni personali all’interno del gruppo, piuttosto che al passato di ogni singolo individuo o a cosa capita fuori del gruppo, benché entrambe tali aree possano essere prese in considerazione quando sono rilevanti. Il terapeuta, riportando continuamente l’attenzione sulle dinamiche di gruppo, consente ai vari individui di apprendere di più rispetto a se stessi provando diversi stili comportamentali. Il fine della terapia di gruppo è creare un clima di accoglienza che consenta ai vari membri di superare le proprie inibizioni. Quando i partecipanti al gruppo acquistano fiducia l’uno nell’altro possono dare, come ritorno, risposte positive sovente non possibili nelle normali interazioni sociali, influenzate dalle costrizioni delle convenzioni. Alcuni fattori risultano importanti. Il più importante è la coesione di gruppo, che fornisce al paziente un senso di appartenenza, di identificazione e di sicurezza, permettendogli di esprimersi senza affrontare il rischio di un rifiuto. Inoltre, il gruppo fornisce il senso del non essere solo con i propri problemi e dimostra come altre persone, sovente con problemi simili, riescano a superarle. Il paziente osserva come gli altri membri del gruppo sviluppino le soluzioni alle comuni difficoltà e impara a emulare le qualità positive che vive nei compagni. All’interno del gruppo si vivono emozioni forti: questo costituisce una catarsi che i pazienti imparano a capire e apprezzare nel suo vero significato liberatorio (vedi anche voce specifica
Psicoterapie di gruppo).Terapie familiari. I terapeuti familiari identificano il paziente nella famiglia, un’entità che è qualcosa di diverso dalla mera somma dei suoi membri. Nella famiglia sono normalmente comprese le persone che vivono sotto lo stesso tetto. Le terapie di coppia sono un tipo particolare di terapia familiare. La terapia familiare può essere indicata nei casi in cui i sintomi per i quali la persona accede alla consultazione sono correlati a disturbi nelle relazioni familiari o con il coniuge.Gli approcci teorici di riferimento delle terapie familiari includono i modelli psicoanalitico, sistemico e comportamentale. L’analista si occupa del passato della famiglia esclusivamente in relazione al presente, ponendo la propria attenzione sia agli aspetti dinamici individuali sia a quelli dell’intera famiglia, utilizzando le interpretazioni per sostenere e aumentare l’insight dei vari membri. Il terapeuta sistemico, d’altra parte, è maggiormente interessato al presente dell’unità familiare, nel tentativo di cambiare le regole fisse e implicite che sostengono il malfunzionamento. Il terapeuta comportamentale è principalmente interessato agli schemi comportamentali, sottolineando i vari tipi di rinforzo che mantengono i comportamenti che altri membri della famiglia possono considerare negativamente. Le terapie familiari di rado comportano sedute settimanali; più spesso si utilizzano sedute di 90-120 minuti ogni 2-3 settimane. La fine del trattamento avviene quando il terapeuta ritiene che vi siano stati cambiamenti – o quando si realizzano distacchi irreparabili – oppure in seguito alla decisione della famiglia di interrompere il trattamento.Terapie comportamentali (vedi
Comportamentismo). L’approccio terapeutico comportamentista si basa sul postulato che i disturbi nevrotici (di tipo ansioso, fobico, ossessivo-compulsivo, ecc.) sono espressione di un apprendimento difettoso che si manifesta con un comportamento non adattato. I sintomi nevrotici sarebbero risposte abnormi dovute a un processo di condizionamento; le condotte sociopatiche sono, invece, interpretate come il fallimento di un processo di condizionamento che, in caso di riuscita, avrebbe permesso alla personalità (ossia l’insieme dei comportamenti della persona) di acquisire abitudini socialmente accettabili. È manifesto come, negli ultimi anni, sia stata introdotta nel modello stimolo-organismo biologico-risposta anche la variabile rappresentata dall’ambiente. La terapia comportamentale intende modificare il comportamento disadattato avvalendosi di tecniche di decondizionamento e condizionamento. Tale terapia si è sviluppata in polemica con le tecniche psicoterapeutiche in quanto si indirizza unicamente al comportamento manifesto, proponendosi di modificare il comportamento disadattato senza cercare di identificare il processo morboso inconscio sotteso al sintomo. Essa ha dimostrato una buona efficacia nel trattamento delle fobie, dei disturbi ossessivo-compulsivi, nel DAP e nell’enuresi notturna.Altre psicoterapie. Molti altri tipi di psicoterapia sono stati sviluppati nella seconda parte del XX secolo. La maggior parte di tali terapie utilizza modelli dinamici e comportamentali modificati, comprendendo una maggiore attenzione agli aspetti cognitivi dell’individuo, cioè le modalità attraverso le quali i soggetti filtrano le proprie esperienze ed emozioni. Nell’ambito di tali recenti psicoterapie, si possono elencare la psicoterapia centrata sul paziente dello psichiatra americano Carl Rogers; l’analisi transazionale di Eric Berne; le terapie interpersonali di Adolf Meyer e Stack Sullivan; la terapia cognitiva di Aaron Beck e la terapia razionale-emotiva di Ellis; la terapia della Gestalt.Un altro tipo di psicoterapia, denominata supportiva, viene utilizzato per i pazienti dove risulta difficile stimolare una consapevolezza psicologica o l’insight, quali i pazienti psicotici o affetti da handicap fisici e mentali gravi. Tale terapia utilizza la rassicurazione e l’incoraggiamento per sviluppare un miglior adattamento del paziente, migliorando la qualità di vita. I programmi di riabilitazione per pazienti cronici comprendono il sostegno per il mantenimento delle terapie, per l’acquisizione di varie abilità sociali e lavorative.

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