La tioridazina è un neurolettico (vedi
Antipsicotici) della famiglia delle fenotiazine a struttura piperazinica. Il principale meccanismo di azione è rappresentato da una spiccata attività antidopaminergica (con blocco dei recettori dopaminergici tipo D2 e in misura minore dei D1) e elevata attività adrenolitica, anticolinergica e antistaminica.La tioridazina dimostra un’eliminazione compresa tra le 10 e le 24 ore.Le sue principali indicazioni come neurolettico sono rappresentate da schizofrenia, stati paranoidi e mania o, comunque, da tutti gli stati psicotici in cui sia necessaria un’azione di tipo sedativo. Viene sovente utilizzata nelle psicosi tossiche e nelle sindromi mentali organiche, specie quando accompagnate da agitazione e delirio. Può essere utilizzata, in associazione agli analgesici, nelle sindromi algiche gravi in cui possa essere vantaggiosa un’azione sedativa.La posologia della tioridazina come neurolettico è compresa fra 50 e 100 mg 3 volte/die, aumentando fino a un massimo di 800 mg/die.I principali effetti collaterali sono collegati all’azione di blocco recettoriale alfa-adrenergico (ipotensione ortostatica, tachicardia, vertigini, sincopi, anomalie ECG), al blocco anticolinergico (secchezza delle fauci, turbe della visione, midriasi, stipsi, ritenzione urinaria, ridotta attività parasimpatica, ecc.) e al blocco antistaminico (sedazione, sonnolenza, incremento ponderale, ecc.). Il blocco dei recettori dopaminergici a livello nigro-striatale può determinare, ma in modo inferiore a quanto osservato con i neurolettici ad alta potenza, la comparsa di sintomi extrapiramidali (distonie, tremori, ipocinesia, ipertono, acatisia, discinesia tardiva, ecc.). Come con gli altri farmaci antipsicotici è stato riportato un complesso di sintomi, potenzialmente fatale, denominato sindrome maligna da neurolettici.Il blocco dei recettori dopaminergici a livello tubero-infundibolare può comportare disturbi endocrinologici, quali un incremento della prolattinemia, a cui possono conseguire galattorrea, amenorrea, ginecomastia, riduzione della libido, disfunzioni sessuali, ecc. Sono inoltre descritti, nell’ambito dei fenomeni di intolleranza al farmaco, la comparsa possibile di retinopatia pigmentosa ad alti dosaggi, ipersensibilità cutanea, fotosensibilità, reazioni allergiche, febbre, edema laringeo e asma.La tioridazina può interferire con l’azione di altri farmaci attivi sul SNC, quali barbiturici, ansiolitici, anestetici, antistaminici, analgesici, oppiacei, anticonvulsivanti, litio, alcool, levodopa e anticolinergici, rinforzandone l’effetto clinico, ma contemporaneamente.Il farmaco va utilizzato con cautela nei soggetti anziani (specie per il rischio di cadute a seguito di ipotensione ortostatica), nei portatori di affezioni cardiovascolari, renali o epatiche, glaucoma, ipertrofia prostatica e altre malattie stenosanti dell’apparato digerente e urinario.