Sulla base delle nuove conoscenze patogenetiche che attribuiscono a una causa embolica l’80% circa di tutti gli ictus ischemici acuti, negli ultimi anni è stata ripresa in esame la terapia trombolitica. I farmaci più usati sono: (a) streptochinasi che ha un basso costo, ma può provocare reazioni anafilattiche; (b) urochinasi che è più costosa, ma più maneggevole e (c) attivatore tissutale del plasminogeno prodotto con tecnica ricombinante (rTPA) che è di costo elevatissimo. Tutti e tre possono essere somministrati endovena sistemicamente o mediante cateteri intra-arteriosi. L’impiego di questi farmaci risulta utile solo se il trattamento inizia dopo poche ore dall’esordio della sintomatologia ischemica e, comunque, non oltre le 6 ore per gli infarti emisferici. Studi internazionali multicentrici hanno, tuttavia, dimostrato che esiste un alto rischio (30% circa) di sviluppo di emorragie anche mortali in seguito all’utilizzo di rTPA.